giovedì 20 marzo 2008

PESCA A STRASCICO: PERICOLO NUMERO 1


fonte Greenpeace

La grande industria della pesca commerciale si è purtroppo accorta di quanto siano remunerative le profondità oceaniche, e ha esteso le sue pratiche di pesca insostenibile fino a sfruttare gli abissi incontaminati e le montagne sottomarine, usando una tecnica che si chiama "pesca a strascico". La pesca a strascico è utilizzata anche in fondali meno profondi, a volte con effetti altrettanto devastanti, in particolare quando si esercita su fondali rocciosi o sulle praterie di posidonia.La pesca a strascico negli abissi prevede che delle enormi e pesanti reti da pesca vengano trascinate lungo i fondali. Le larghe placche metalliche e le ruote di gomma attaccate a queste reti si muovono sui fondali spazzando via qualsiasi cosa lungo il loro percorso. Sappiamo che le forme di vita presenti sui fondali sono molto delicate e reagiscono molto lentamente a questi danni: servono decine, centinaia di anni per un recupero totale, ammesso che un recupero completo sia davvero possibile.Se non si fa niente per fermarli, i pescatori a strascico distruggeranno moltissime specie prima ancora che vengano scoperte: è come guidare un enorme bulldozer in una foresta rigogliosa e inesplorata e distruggere tutto, lasciando dietro di sé un deserto sterile e senza futuro.